MY PROJECT

Abito su misura “Petaloso” P/E ’16

Siamo nel pieno del “periodo delle Cerimonie” per eccellenza, il periodo in cui noi creativi possiamo dare vita ad abiti UNICI, che spesso le donne si ritrovano a sognare quotidianamente.

UNICI proprio perché circoscritti a determinati eventi, che fanno per un momento accantonare la propria immagine quotidiana di Mamma, Casalinga, Studentessa o Lavoratrice e trasforma le donne in Gioielli ancora più belli.

UNICI altre sì perché “su misura”, capaci quindi di raccontare ogni donna che lo indossa.

Noi Fashion Designer serviamo quindi anche a questo, trasformare le donne in un opera d’arte capace di comunicare il proprio essere. Ed è questo proprio il bello dell’ abito su misura, non si tratta quindi solo di trovare la giusta vestibilità, il giusto colore, la giusta armonia o il giusto equilibrio, il giusto mix capace di valorizzare la propria immagine, ma essere gli artefici di quel tramite, l’abito appunto, che serva a loro per sentirsi a proprio agio nel raccontarsi agli occhi degli altri.

Questo è stato quello che ho fatto insieme alla mia collaboratrice Mariella Tamborrino, modellista e sarta da oltre 20 anni, per la nostra cliente Stefania. Insieme abbiamo creato per lei un abito raffinato dalla linea a sirena, in raso di seta, che servisse a slanciare la sua figura, arricchito da applicazioni floreali, petali in voile, che creassero il giusto movimento delicato che è tipico della stagione primaverile.

Il risultato, apprezzato dalla nostra, è quello in foto.

Ditemi cosa ne pensate!

Leo

Vest Stefania

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Stefania con in dosso l’abito finito

La mia Intervista per il magazine FashionTimes

Il 2016 si è aperto per me in una maniera davvero grandiosa. Qualche giorno fa infatti sono stato contattato da Fulvio Aniello il Direttore Editoriale del magazine FashionTimes per propormi un intervista sulle difficoltà che incontriamo noi giovani Designer nell’inserirci nel mondo della moda e per parlare di quelli che sono i miei progetti futuri.

Sono stato molto onorato di questo e grato per la possibilità datami di farmi conoscere ulteriormente al grande pubblico del Web!

Se vi fa piacere leggetela qui e ditemi cosa ne pensate, e inoltre vi consiglio di seguire la loro pagina fb dove troverete tante notizie sul mondo della moda e non solo, da oggi infatti è stata avviata anche una nuova rubrica dedicata al cinema!

A presto

Leo!

P.S. Auguro a tutti voi un 2016 STREPITOSO, fatto di buone notizie e ricco di tanti sogni!

Capsule collection AI ’15-’16

Siamo in piena fashion week milanese, le proposte e le tendenze per l’autunno/inverno della prossima stagione femminile ’15-’16 si stanno a poco a poco delineando tutte.

In questi mesi di progettazione (per chi non è del settore intendo da settembre a gennaio) sono stato impegnato in una collaborazione per lo sviluppo della collezione AI ’15-’16 di un importante azienda d’abbigliamento, ragion per cui non ho potuto lavorare ad una mia personale collezione e quindi a una proposta completa da presentarvi su questo mio blog.

Ho però durante la stagione estiva lavorato ad una capsule collection, ideata per una pellicceria del Nord Italia, consistente in una proposta total look (abiti, capispalla, accessori, borse e scarpe).

E’ stata per me questa la prima volta in cui mi sono cimentato in una proposta total, non avevo infatti prima dall’ora pensato e sopratutto disegnato scarpe, borse e accessori. Cosa sbagliata per chi fa il nostro mestiere, ma indispensabile se lo si vuole fare in maniera coerente e completa. Di certo quindi ho accettato la sfida e sono riuscito a creare una capsule abbastanza SODDISFACENTE per me stesso.

Da questo momento in poi ho sempre cercato di ragionare a 360°, sarebbe ora per me impensabile e impossibile creare una bella collezione senza i giusti accessori, o vestire una donna con un abito perfetto ma con un paio di scarpe orrende.

Come sempre si fa sono partito da un ispirazione. La mia è stata in realtà una doppia ispirazione: la cultura Masai e le corti di Francia di Luigi XIV (conosciuto con il nome di “Re Sole”). La collezione infatti si sviluppa su un’idea di mixare lo stile austero, ma colorato, del popolo Masai con quello opulento del Re Sole. Da un lato ci sono quindi gli spunti dati dal popolo Masai, che in passato vestivano con pelli spesso colorate con colori vegetali, e oggi famosi per le loro vesti fatte con teli di cotone annodate sulla spalla; le collane e i bracciali di perline colorate (sopratutto rosse, blu e nere) e i loro sandali di cuoio. Dall’altro quelli dati da Luigi XIV famoso per i suoi sontuosi abiti, le sue ricche mantelle di pelliccia e le sue scarpe prodotte con le pelli più pregiate, il tutto decorato con fili e accessori in oro.

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Date un occhiata e fatemi sapere cosa ne pensate, se la reputate coerente con il tema d’ispirazione, se vi piace o se non vi piace, cosa preferite e cosa invece eliminereste, insomma consigli ma anche critiche su quello che vedete.

In questo momento io mi godo l’evolversi della settimana della moda e aspetto impaziente di partire per un viaggio che mi porterà a conoscere con i miei occhi una festa folkloristica che ho sempre desiderato vedere: Las Fallas di Valencia!

Dopodichè mi rimetterò a lavoro e mi proietterò alla stagione Primavera Estate 2016, questa volta però sarà la mia personale collezione, con cui ho intenzione di partecipare al contest, della Camera della moda, #NextGeneration.

Magari l’ispirazione valenciana mi porterà a diventare uno dei prossimi finalisti del concorso. Chissà! Io per prima cosa mi rimetto a lavorare dopodichè inizio ad incrociare le dita!

A presto!

Leo.

My P/E 2014 Woman Collection

Ci siamo Agosto è alle porte, l’inizio ufficiale delle vacanze pure e con esso la voglia di viaggiare, tipica della bella stagione! Per questo un pò di mesi fa, ispirato dalla canzone “Different Pulses” di Asaf Avidan, ho pensato di disegnare una collezione per questa P/E ’14 dedicata al viaggio. Un viaggio che ha come meta non un unico scenario ma bensì luoghi contaminati tra loro, terre desertiche in cui sorgono monumentali grattacieli che aggiungono alla magia, e alla rilassatezza, dell’oriente quel tocco di modernità e frenesia tipiche delle city. “Impulsi diversi” quindi che combinati tra loro producono come risultato uno scenario inaspettato.

Ho pensato così di far convivere nella stessa collezione colori tipicamente orientali, come il blu indigo (simile a quello delle vesti delle popolazioni tuareg) e tonalità simili a quelle del pigmento del curry, del cumino e dello zafferano (tra le spezie più utilizzate in tutta l’Arabia) con i colori tipici della city, come le varie tonalità di grigio dei grattacieli e il rosso poppy, il cyan e il giallo dei led che illuminano le grandi metropoli. Così come nelle forme ho pensato di mescolare capi dalla silhouette longilinea (come i gonnelloni di chiara ispirazione orientale)  ad altri più volumici (come il parka e l’abito lungo ispirato alla city).

Fatta questa piccola presentazione vi lascio dare un occhiata al mio lavoro.

Desert mood

City mood

© Leonardo D'Anzi Fashion Designer

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

 

Fatemi sapere cosa ne pensate.

 

A presto…..Leo!

 

#GoGiorgioGO

Chi mi conosce davvero sa qual’è il mio punto di riferimento nel campo della moda, che mi ha fatto avvicinare a questo mondo, che spesso nomino e lodo. A tutti quelli che invece non mi conoscono e vorrebbero sapere chi è la mia fonte d’ispirazione costante o chi è secondo me il miglior stilista della storia rispondo senza ombra di dubbio: Giorgio Armani!

Per questo oggi, in onore dei suoi 80 anni, ho deciso di dedicare questo mio post interamente al Re della moda italiana “King Giorgio”.

Noi addetti ai lavori conosciamo il motivo principale per cui Armani viene menzionato nei libri di storia della moda, ma sono sicuro che molti semplici appassionati di moda non sanno il perchè questo stilista è stato da molti ritenuto geniale, a tal punto da guadagnarsi nell’ aprile del 1982 la copertina del Time. Il merito di Armani è stato quello di “destrutturare” il capospalla per eccellenza: la giacca.

Copertina Time Aprile 1982

Copertina Time Aprile 1982

Per farvi capire cosa s’intende per “giacca destrutturata” credo sia giusto utilizzare proprio le sue parole tratte da un articolo intitolato La giacca primo amore in “Il Venerdì di Repubblica” del 18 Agosto del 2000:

“La mia piccola cruciale scoperta consiste nell’aver concepito un indumento che cade con un’inattesa naturalezza. Ho sperimentato nuove tecniche, come rimuovere l’imbottitura e la controfodera. Ho mutato la disposizione dei bottoni e modificato radicalmente le proporzioni. ciò che prima era considerato un difetto è diventato la base per una nuova forma, una nuova giacca. Ho costruito un tipo di giacca rilassata, informale, meno rigorosa, che lascia intuire il corpo e la sua sensualità”

(Giorgio Armani, 2000)

Antonia Dell'Atte, Testimonial Giorgio Armani negli anni '80

Antonia Dell’Atte, Testimonial Giorgio Armani negli anni ’80

Possiamo definire la “giacca destrutturata di  Armani” un capo iconico della storia della moda,  destinata ad evolversi in continuazione e ad essere quindi tra i capi di punta delle sue collezioni.

Giacca destrutturata

Giacca destrutturata

Questa sua visione rilassata e poco costrittiva della moda è uno dei motivi principali per cui me lo ha fatto apprezzare fin da subito, a cui va aggiunto l’impronta essenziale data al suo stile, l’assenza di eccessi e l’estrema raffinatezza ed eleganza del suo lavoro.

Ed è infatti sopratutto in fatto di eleganza e raffinatezza che, secondo me, eccelle. Le linee di Armani sono diverse ed eterogenee, (linee pensate per la donna, l’uomo e i bambini; di arredo per case e alberghi; di cosmetica, occhiali e dolci) ma è Armani Privè quella più significativa in fatto di eleganza. Una linea che fa sognare tutte le donne, e noi uomini se vediamo una donna vestita in questo modo (o per lo meno a me fa questo effetto), che fa apprezzare il made in italy e l’artigianalità italiana in tutto il mondo. Tra le ultime collezioni Privè ho apprezzato molto quella spring 2013. Impresso nella mia mente infatti è ancora, a distanza di anni ormai, l’abito rosso di chiara ispirazione etnica che ha chiuso la sfilata.

Armani Privè Spring 2013

Armani Privè Spring 2013. Photo credit: Vogue.it

La linea fall 2013 per la sua delicatezza e leggerezza. Un vero soffio di eleganza nelle tinte di nude, cipria e rosa pastello.

Armani Privè fall/winter 2013. Photocredit: Armani fb page

Armani Privè Fall 2013. Photo credit: Armani fb page

E ovviamente l’ultima, fall 2014, in cui la passione ha dominato e la passerella si è tinta di rosso e di nero.

Armani Privè Fall 2014. Photo credit: Armani fb page

Armani Privè Fall 2014. Photo credit: Armani fb page

Lo stile di Armani si può racchiudere quindi in due aggettivi: essenziale e raffinato. Io mi ci rivedo molto in questo suo stile pulito ed infatti la maggior parte dei miei lavori si muovono in questa direzione. Ragion per cui sarebbe per me un sogno, un giorno, conoscere e collaborare con lui.

Per farvi iniziare a conoscere il mio stile, e il mio modo che ho di concepire la moda, concludo questo mio piccolo post tributo mostrandovi due miei abiti che, traendo spunto dalle linee Armani Privè, vogliono rendere omaggio a questo grande artista. Abiti pensati per una donna guerriera, passionale e regina del mondo, che si nutre della forza e dei colori della savana per apparire bellissima e sicura di se.

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Vi piacciono? Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto

Leo