Abito su misura

My Mother’s Dress

Contemporaneamente all’abito da Sposa di mia sorella mi sono occupato di curare l’immagine della Mamma della sposa, ovvero mia Mamma. Se per mia sorella il mio ruolo è stato di grande responsabilità, per mia mamma oserei direi di maggiore difficoltà. Trattandosi di una donna con delle idee di stile molto chiare (ho come ho detto altre volte preso da lei queste mie doti), e quindi competente in materia, non poteva essere altrimenti.

L’idea di partenza, comune a tutti e due, è stata quella di optare per un abito sobrio, elegante, e quindi discreto. La Mamma della sposa non deve mai eccedere e rubare la scena ai protagonisti dell’evento. La scelta del colore è stata quindi fondamentale, un colore molto raffinato, seppur chiaro e luminoso, il celeste polvere, che ben si accosta all’incarnato chiaro di mia madre e al suo colore di capelli.

L’abito in shantung di seta è stato poi arricchito con dei ramage di pizzo rebrodè, blu notte, in contrasto quindi con il celeste polvere del fondo. L’uso dei ramage di pizzo creano una piccola assonanza con l’abito da sposa di mia sorella, mentre il contrasto di colore è stato voluto da me per sottolineare il tratto del mio stile, fatto appunto spesso di questi contrasti.

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Tessuti utilizzati: Shantung di seta, celeste polvere, e Pizzo Rebrodè, blu notte.

L’ Abito è un tubino corto, privo di tagli eccessivamente modellanti, con solo il punto vita segnato da un cinturino. Nascosto dal decoro del pizzo nella parte anteriore e lasciato a vista nella parte posteriore. La scollatura sul seno, moderata e a “V”, è rifinita con la parte dell’orlatura sfilacciata del pizzo, così come il giro manica, leggermente sceso per coprire le spalle, e la chiusura a goccia nel dietro dell’abito.

MAMMA+LOGO

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

L’ Abito è stato confezionato dal laboratorio Prime Cerimonia, facente parte di Palazzo Sartoriale, una bella realtà che ha sede a Martina Franca (Ta), distretto famoso per la confezione sartoriale.

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Dettagli di Pizzo Rebrodè.

L’outfit è stato completato da un soprabito, dello stesso tessuto, con chiusura a gancio rifinita con dei ritagli di pizzo rebrodè e dei brillantini, tone sur tone, per creare dei piccoli punti luce.

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Per mio padre, me, e mia madre gli abiti sono stati confezionati da Palazzo Sartoriale, Martina Franca (TA).  Per mia sorella, l’abito è stato confezionato dall’ Atelier di Maria Rosaria Pastore, Ginosa (TA). © Photo credit: Enzo Recchia Ph

Con questo post chiudo l’argomento del Matrimonio di mia sorella, sottolineando ancora una volta quanto è stato per me emozionante e gratificante curare l’immagine di due donne molto importanti per me, per la mia vita e per la mia formazione stilistica.

A presto!

Leo

 

L’Abito da Sposa di mia sorella Elisa, una grande Responsabilità e un’immensa Emozione!

Vi avevo dato tempo fa appuntamento a questo post ma non ho mai iniziato a scriverlo, sia perchè non avevo ancora reperito tutte le foto, sia perchè doveva arrivare il giusto momento emotivo per poterlo scrivere. Volevo prendermi tempo per non scrivere qualcosa di freddo, veloce e banale, ed ecco che quel momento è arrivato. Complice inoltre anche l’aria natalizia che rende tutti un pò più nostalgici ed emotivamente coinvolti. Non che ce n’era di bisogno, di per se questo avvenimento è stato per me qualcosa di emotivamente molto forte.

Dal momento in cui mia sorella ha annunciato la data delle nozze io ho sempre sperato che mi chiedesse di disegnarle l’abito, e il tutto è nato in maniera abbastanza spontanea. Nella nostra famiglia siamo abituati spesso ad optare per l’abbigliamento sartoriale per le grandi occasioni. Mia madre fin da quando eravamo piccolini confezionava abiti per noi, nonostante non era il suo lavoro, così come in età avanzata c’è stato il culto dell’abito personalizzato. Lei di fatti mi ha tramandato questa grande passione e sono io ora che mi occupo di consigli di stile nella mia famiglia. Ma tornando a mia sorella, lei ha sempre chiesto consiglio a me per quanto riguarda l’abbigliamento, quindi non poteva non essere altrimenti, ecco perchè dico che la cosa è venuta da sè. Ho detto prima che speravo sì che me lo chiedesse, ma in cuor mio sapevo anche che la responsabilità sarebbe stata tanta. Del resto un abito da sposa non è qualcosa di semplice da realizzare. E’ quell’abito che devi indossare una sola volta nella vita, e che devi ricordare per sempre, deve parlare di te a tutti gli effetti e deve essere appropriato per chi lo indossa. Un abito non semplice per tutte da portare, e non semplice da disegnare. Ovviamente io conosco molto bene mia sorella, conosco le sue insicurezze, e i suoi punti di forza e sono stati questi i punti da cui partire, per poter poi trasferirli sull’abito. L’ispirazione poi è venuta da se, ovviamente concorde con la volontà di mia sorella, quella di un abito che ti faccia sembrare un pò principessa, un pò quello che tutte le donne sognano di essere il giorno del loro matrimonio. Puoi essere rock, dolce, tenace, incazzata, il giorno del matrimonio chiunque vuole sentirsi una Principessa, almeno per un giorno. Partendo dall’abito di Kate Middelton, che ultimamente ha dettato non poca tendenza in questo campo, per quanto riguarda l’impostazione generale dell’abito, quindi corpino con scollo a cuore, e gonnellone ampio con strascico, pensando anche un pò all’abito azzurro di Elsa di Frozen, per quanto riguarda la ricchezza di punti luce che ha nel corpino. Mixando questi due elementi predominanti il risultato è un abito molto semplice nella sua vestibilità, ma estremamente ricco e prezioso per i dettagli decorativi, adatto quindi alla semplicità ma anche alla raffinatezza di chi l’ha indossato. Il tessuto è un cadì di seta, color bianco naturale, a cui sono stati sovrapposti e ricamati dei rintagli di pizzo rebrodè nel corpino, con terminali stile ramage sulla parte alta del gonnellone. La scollatura è delicata sul seno ed è accompagnata da un giro manica leggermente sceso, il giusto per coprire le spalle, ma diventa più ampia nella schiena. La parte in pizzo è resa ancor più preziosa e luminosa da cristalli di rocca, tutti ricamati a mano da chi l’abito l’ha confezionato, la Signora Maria Rosaria Pastore. Nel suo Atelier (con sede a Ginosa, in provincia di Taranto) infatti ci siamo rivolti per via della conosciuta maestria nella confezione degli abiti da sposa e per la qualità dei tessuti proposti. Bisogna ringraziare soprattutto lei se il risultato dell’abito è stato quello che è stato, oltre al fatto di essere una donna molto dolce è soprattutto molto preparata e dispensatrice di ottimi consigli tecnici e di stile. Se avete intenzione di sposarvi ve la consiglio vivamente, saprà aiutarvi sicuramente.

Il risultato è stato quindi quello sperato, anche e soprattutto, per il fatto che era come mia sorella lo desiderava, e credetemi la prima prova è stata qualcosa che non dimenticherò mai, e ancor di più il giorno del matrimonio era bellissima. Non lo dico solo perchè ci unisce un legame di sangue profondo ma perchè obiettivamente lo era, così come vedrete nelle foto.

Disegnare questo abito è stato per me una sfida, ma anche un’emozione, la giusta ricompensa che merita il nostro rapporto da sempre fatto di complicità e supporto. Questo rappresenta questo abito: complicità e tanto amore.

Con affetto…Leo!

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Inizio del bozzetto

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Focus su pizzo rebrodé e cristalli di rocca

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Io con mia sorella Elisa

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

 

 

Abiti su Misura – Cerimonia (focus Pizzi Gioiello)

In Puglia, si sa, si dedica molta attenzione alla festa di matrimonio e il ricevimento è vissuto come un vero e proprio culto. Un evento in cui l’essere unici diventa qualcosa di assoluta importanza. E non dico questo utilizzando un accezione negativa (vi ho spiegato infatti in un precedente articolo come la penso sull’unicità degli abiti), ma anzi è secondo me l’occasione più giusta per optare alla realizzazione del “su misura”.

Il bello dell’abito personalizzato (per usare un sinonimo) è il frutto di un mix di elementi. Partendo dall’input, e quindi il desiderio, della cliente, passando dalla mente creativa del/lla stilista, per concludere alla lavorazione sapiente del/lla sarto/a, il risultato è un prodotto di assoluto valore, idoneo quindi da sfoggiare in un evento importante come è quello del ricevimento del matrimonio. Ecco perchè nonostante io mi occupo, e sono specializzato, sopratutto di moda prêt-à-porter amo quando mi capita di realizzare capi del genere per diversi motivi. Su tutti il rapporto di assoluta vicinanza che si crea con la cliente, il riuscire a realizzare uno specifico desiderio ti appaga infatti in maniera ancor più concreta. E poi perchè ti circondi di tessuti e accessori, utili alla confezione, di una pregiatezza unica che diversamente, nella realizzazione di un abito pratico e quotidiano, non ti trovi ad utilizzare.

In queste ultime stagioni per la cerimonia il protagonista assoluto è stato il pizzo, e tutt’ora la tendenza permane. I classici Chantilly, Rebrodè Macramè si sono arricchiti via via di pietre, perline, pailettes e fili laminati, diventando così dei veri e propri tessuti gioiello, aumentando ancora di più il valore, di per se già alto, dei tessuti di pizzo.

Quelli che vi vado a mostrare sono due abiti in cui il dettaglio dominante è proprio l’utilizzo di questi tipi di tessuto.

Il primo è un abito per una giovane donna di cui il pizzo utilizzato è sì romantico e raffinato ma sopratutto fresco e contemporaneo idoneo a l’immagine di chi l’abito l’ha indossato. Il pizzo laminé utilizzato non è infatti tra quelli che si possono definire classici ma ne è appunto un’evoluzione. Si tratta di una rete, in filato di lurex, su cui sono applicati fiorellini, e foglie, di diverse dimensioni che rompono l’impostazione a sequenza tipica dei pizzi.

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Tessuti utilizzati per l’abito: Duchesse di seta nera e Pizzo laminé

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Focus tessuti

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Il secondo è l’abito per una signora, la mamma di una sposa, che non vuole dare di se l’immagine troppo prototipata della “classica mamma della sposa” ma quella di una donna semplice ma allo stesso tempo molto elegante. Pantaloni palazzo, per slanciarne la figura; top morbido, per non fasciare molto la silhouette, con scollatura, a cuore sul seno e a punta sulla schiena, impreziosita dal pizzo gioiello; spolverino con manica a tre quarti, con applicazioni in pizzo, per completare la mise. Data l’importanza del ruolo sono stati scelti dei tessuti molto pregiati: cadì in seta e pizzo rebrodè con ricamo di pietre e perline.

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

A presto…..Leo!

Abitino a fiori in Duchesse di Seta

Ultimamente, da quando sono diventato zio, mi sono ritrovato ad ideare alcuni capi per mia nipote, ma mai mi ero cimentato prima d’ora nel disegnare un figurino baby. A seguito di una richiesta che mi è stata fatta per un abito di prima comunione ho ideato e quindi disegnato un abito ispirato alla delicatezza e alla vivacità della primavera, ben indicato inoltre alla giovane età di chi l’avrebbe poi indossato.

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Figurino di Leonardo D’Anzi, Fashion Designer.

Data l’importanza dell’ evento la scelta del tessuto è ricaduta su una duchesse di seta, stoffa nobile e pregiata, che ben si adattava alla vestibilità che avrebbe dovuto avere l’abito. Duchesse stampata con motivo floreale “stile provenzale francese”, sui toni del rosa e dell’ azzurro, per la gonna (a palloncino con pieghe baciate sul davanti e sul dietro) e per il corpino dell’abito. Abbinata ad una Duchesse di color rosa shocking, per la cintura (cucita in vita) e per il bolerino (con manica a tre quarti e pieghe sul colmo e piega baciata nel centro).

Di seguito eccovi le foto dell’abito realizzato, spero che vi piaccia.

Mi farebbe piacere ricevere un vostro parere o commento.

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Abito con gonna a palloncino e pieghe baciate, in duchesse di seta con cintura cucita in vita.

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Abito con gonna a palloncino e pieghe baciate, in duchesse di seta con cintura cucita in vita.

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Bolerino con manica a tre quarti, pieghe sul colmo e piega baciata nel centro manica.

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Figurino di Leonardo D’Anzi, Fashion Designer.

A presto..

LEO!

Capsule collection #mariellaleo AI ’16-’17

Per questa nuova capsule collection, “made to misure”, sono stato ispirato da tessuti in lana dalla fantasia classica come principe di galles, pied de poule, tartan, tweed, e panni di lana monocolore, nei colori che vanno dal basico bianco e nero alla variante del giallo ocra, a diverse tonalità del marrone e del ruggine, fino ad arrivare a tocchi di colore più brillanti come il turchese e il verde, il rosso, il rosa e il viola.

L’impronta che ho voluto dare alla collezione è legata al mondo vintage, molto bon ton e richiamante l’abbigliamento nostalgico di nonne, e mamme, per quanto riguarda la parte donna; signorile, tipica dell’abbigliamento impeccabile, da gran signori, dei nostri nonni, per quanto riguarda la parte uomo.

Per la donna ho scelto di proporre una collezione di partenza fatta di 3 modelli di gonne, che verrà incrementata in questi giorni con ulteriori modelli e completata con abitini, bluse e accessori (nel prossimo post scoprirete di cosa si tratta, stay tuned!).

Gonne

Modelli Gonne

Il dettaglio della collezione consiste nell’utilizzo della zip a vista che richiama il colore del bottone, messo in risalto rispetto alla tinta del tessuto. I bottoni utilizzati per questa collezione sono per me dei veri e propri gioielli perché appartenenti ad un eredità familiare quasi centenaria, si tratta infatti di bottoni che facevano parte della merceria dei miei nonni materni, datati anni ’30.

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Una piccola parte della mia eredità di bottoni anni ’30

Per l’uomo la proposta è ricaduta sui gilet, corredati di papillon. Il modello del gilet è di per se basico, la particolarità infatti risiede nel fatto che questo è interamente confezionato in tessuto di panno di lana, e non presenta nel retro il classico cinturino, la sfiancatura è infatti creata dalle pence. Anche la parte dei gilet verrà incrementata con modelli a doppio petto e con l’aggiunta di colli.

Gilet

Modello Gilet

La collezione è stata costruita, su misura per i singoli clienti, insieme alla mia collaboratrice, la sarta Mariella Tamborrino, con cui collaboro nella realizzazione di ogni singolo pezzo: donna, uomo e accessori. La collezione è infatti tutta frutto di questa collaborazione.

Allego di seguito le foto dei vari capi e dei relativi dettagli ed infine le foto dello shooting fotografico della campagna pubblicitaria per i gilet, curata, diretta e scattata da me e che vede protagonista Mariano Lattarulo.

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Gonna a portafoglio in principe di galles, con bottoni e zip color giallo ocra

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Dettaglio zip e bottoni

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Gonna a portafoglio in principe di galles, con bottoni e zip color giallo ocra

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Papillon doppio in principe di galles, fondo giallo ocra, superficie bianco e nero, con nastro gros grain in coordinato

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Gonna in lana con pannello, bottone e zip color rosso

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Gonna con pannello, in principe di galles e bottone vintage

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Gonna con blusa vintage, color ruggine e marrone

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Completo Gonna e Gilet, per bambina, con bottoni perlati

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Gilet e papillon in principe di galles color giallo ocra, con bottoni a pressione in bronzo

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Gilet e papillon in principe di galles color giallo ocra, con bottoni a pressione in bronzo

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Papillon doppio in panno di lana

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Gilet e papillon in tessuto scozzese rosso, bianco e nero con bottoni a pressione in bronzo

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Papillon in fresco lana rosso

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Papillon in principe di galles e fresco lana rosso

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Papillon doppio in principe di galles e tessuto cerato

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Papillon doppio, per bambino, in fresco di lana rosso e blu

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Shooting fotografico, Model: Mariano Lattarulo

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Shooting fotografico , Model: Mariano Lattarulo

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Shooting fotografico, Model: Mariano Lattarulo

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Shooting fotografico, Model: Mariano Lattarulo

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Shooting fotografico, Model: Mariano Lattarulo

Per informazioni sulla collezione “made to misure” potete contattarmi qui oppure al mio indirizzo mail: leod87@hotmail.it

Ditemi cosa ne pensate.

A presto con altre novità!

Leo

Abiti su misura – Made in Italy

Nel precedente articolo vi ho parlato di cosa è per me un abito su misura, e del perché può essere inteso come qualcosa di Unico.

Oggi vorrei sottolineare invece l’importanza che ha la denominazione Made in Italy a cui esso si associa. La scelta di un abito interamente Ideato e Prodotto in Italia è innanzitutto un’ottima scelta morale, perché rispettosa della nostra storia, della nostra civiltà, del nostro lavoro e sopratutto perché tutela il nostro stesso futuro. Oltre al fatto che questa ne garantisce l’originalità e la qualità dello stesso.

L’abito su misura introdotto nella filiera produttiva italiana può essere così personalizzato con dettagli che vengono appositamente realizzati dalle nostre stesse richieste, pensati e studiati da noi stessi stilisti e dalle nostre stesse sartorie italiane.

E’ questo che ho cercato di trasmettere alla mia amica Rosa che si è sottoposta per la prima volta come mia cavia nella realizzazione di un abito su misura, mai avrebbe pensato di affidarsi prima di allora ai miei consigli di stile e alla maestria della mia collaboratrice e sarta Mariella Tamborrino. Le sue perplessità erano dettate dall’incertezza di potersi piacere con un capo pensato esclusivamente nella mia mente ma che lei non avrebbe potuto indossare\provare nell’immediato. E questo è sicuramente un problema di molte\i, e cioè quello di accettare qualcosa che in realtà non vedi se non che su di un foglio. Per noi addetti ai lavori è facile pensare come un capo disegnato può vestire un determinato fisico, ma non può essere per tutti così. Chi non ha l’occhio allenato deve necessariamente fidarsi di chi lavorerà per lei\lui. Fortunatamente la mia amica si è voluta fidare, ed è stato per me qualcosa di altamente soddisfacente, e ancor più soddisfacente è stato il fatto che il risultato finale è stato innanzitutto apprezzato da lei e anche da molti altri.

L’ispirazione è partita da una stoffa di seta stampata con un motivo floreale, raffinatissima e delicata alla sola vista, ancor di più al suo tatto. Da qui ho pensato ad un abito corto, con una gonna a mezza campana che cadesse delicata sui fianchi, segnasse la vita e il busto e lasciasse scoperta quasi totalmente la schiena.

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Io, con indosso un abito su misura di “Palazzo Sartoriale”, e la mia amica Rosa, con un abito ideato da me e confezionato dalla mia collaboratrice Mariella.

Ed anche io, per tutti questi motivi, mi sono rivolto ad una di queste realtà locali per far realizzare il mio abito da cerimonia per il matrimonio di mia sorella. Di queste realtà l’Italia, fortunatamente, non ne è sprovvista. Io ho optato per Palazzo Sartoriale, una bella realtà che ha sede a Martina Franca (Ta), distretto già famoso per la confezione sartoriale. La scelta è stata, devo dire, a dir poco facile; conoscevo già grazie al passaparola il loro prodotto, e mi sono convinto ancora di più osservando la loro pagina FB, qui ho notato la maestria della realizzazione e delle finiture del capo, e la qualità dei tessuti usati per le varie confezioni (tra i vari ne cito “solo” due: Ermengildo Zegna e Vitale Barberis Canonico). Avendo così un idea chiara di quello che volevo mi sono recato nel loro Showroom e qui mi hanno letteralmente costruito addosso il capo, tenendo presente le mie indicazioni e accettando molti dei loro consigli, non poteva che essere altrimenti data la loro consolidata esperienza. La mia idea era quella di un abito dall’aspetto molto signorile, ma allo stesso tempo contemporaneo e fresco, adatto alla mia corporatura longilinea. Un abito doppio petto (o meglio una via di mezzo tra un petto e mezzo e un doppio petto) dalla vestibilità asciutta, “slim” appunto, interamente fatto con tessuti naturali e di eccellenza. Per l’abito e il gilet la scelta è ricaduta su un tessuto “fresco lana” di Vitale Barberis Canonico di colore blu scuro, per la camicia invece un cotone egiziano di colore bianco, il tutto personalizzato con dei bottoni in madreperla sempre di colore blu scuro. Il risultato è stato soddisfacente al 100%, tanto da decidere di rivolgermi al reparto donna anche per la confezione dell’abito di mia madre, sempre per la cerimonia nuziale di mia sorella. Di questo però ne parlerò in un prossimo articolo, vi annuncio solo che il capo è stato disegnato da me e quindi voglio riservarli un post a parte.

Ci aggiorniamo quindi presto!

Leo

Abito su misura “Petaloso” P/E ’16

Siamo nel pieno del “periodo delle Cerimonie” per eccellenza, il periodo in cui noi creativi possiamo dare vita ad abiti UNICI, che spesso le donne si ritrovano a sognare quotidianamente.

UNICI proprio perché circoscritti a determinati eventi, che fanno per un momento accantonare la propria immagine quotidiana di Mamma, Casalinga, Studentessa o Lavoratrice e trasforma le donne in Gioielli ancora più belli.

UNICI altre sì perché “su misura”, capaci quindi di raccontare ogni donna che lo indossa.

Noi Fashion Designer serviamo quindi anche a questo, trasformare le donne in un opera d’arte capace di comunicare il proprio essere. Ed è questo proprio il bello dell’ abito su misura, non si tratta quindi solo di trovare la giusta vestibilità, il giusto colore, la giusta armonia o il giusto equilibrio, il giusto mix capace di valorizzare la propria immagine, ma essere gli artefici di quel tramite, l’abito appunto, che serva a loro per sentirsi a proprio agio nel raccontarsi agli occhi degli altri.

Questo è stato quello che ho fatto insieme alla mia collaboratrice Mariella Tamborrino, modellista e sarta da oltre 20 anni, per la nostra cliente Stefania. Insieme abbiamo creato per lei un abito raffinato dalla linea a sirena, in raso di seta, che servisse a slanciare la sua figura, arricchito da applicazioni floreali, petali in voile, che creassero il giusto movimento delicato che è tipico della stagione primaverile.

Il risultato, apprezzato dalla nostra, è quello in foto.

Ditemi cosa ne pensate!

Leo

Vest Stefania

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Stefania con in dosso l’abito finito