Pizzi

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Io nel quartiere “El Cabanyal” di Valencia a Marzo 2015

Questa collezione è nata nella mia mente in seguito ad un viaggio fatto nella città di Valencia, durante la festa popolare de “Las Fallas” nel Marzo del 2015. Per tutto questo tempo ho infatti cercato la giusta chiave, ma mi accorgevo che ricadeva molto spesso nel banale. Per questo motivo, l’ho molte volte accantonata per poi ripartire da zero, fino a che non ho trovato quella che, per me, è la giusta impronta. Mi è servito molto studio per poterla rendere glamour, contemporanea, e quindi vendibile e assolutamente non folkloristica. La maturità personale e professionale acquisita inoltre in questo tempo mi è servita molto per poter giungere alla giusta conclusione di questo lavoro.

In termini personali il risultato di questo lavoro è stato una vera e propria rinascita dal punto di vista stilistico, e ben si lega al senso metaforico della festa, ossia quello “di bruciare tutto ciò che è negativo e rinasce dalle proprie ceneri, per dare il benvenuto ad una nuova stagione dell’anno”. “Las Fallas” infatti è conosciuta, oltre che per i tradizionali, colorati e ricchi costumi delle “Fallere”, per le grandi sculture in cartapesta, realizzate da diverse botteghe artigiane della città, che vengono fatte bruciare interamente a conclusione della festa, in diversi punti della città.

La collezione è denominata Vale, per omaggiare un nome comune di donna e al tempo stesso citare il nome della città, ed è dedicata alla figura della “Fallera”. Partendo infatti dalle fogge tipiche dei suoi costumi, e da quelli dei partecipanti a questa festa, ho creato una linea, pensata per una donna contemporanea, che prende spunto anche da altri elementi dalla cultura spagnola come l’uso del volant, del pizzo, dei ricami e del color “sangria”.

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Particolare del tradizionale abito da “Fallera”

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Esposizione di pizzi e sete in un negozio di Valencia

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Sfilata di “Fallere” per le vie di Valencia

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Particolare del tradizionale abito maschile durante al festa de “Las Fallas” di Valencia

Ho riscontrato inoltre durante questo viaggio un aspetto comune nell’uso delle mattonelle di ceramica per decorare la città di Valencia, con l’uso della ceramica, in diversi modi, che da sempre caratterizza il mio paese di origine, Laterza. Tutto questo mi è servito come ulteriore ispirazione, dallo stile “valenciano” ho estrapolato i colori del violetto, dell’ocra e del verde, mentre da quello “laertino” ho riportato le forme del tipico “pumo” e dei vari rintagli.

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Mattonelle ceramiche nel quartiere “El Cabanyal” di Valencia

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“Pumo intagliato” realizzato da Ceramiche Marilli, Laterza (TA)

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Particolare “Piatto intagliato” in esposizione nel MUMA (Museo della Maiolica, Laterza – TA)

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Ciotola, e merletto Caprai, in esposizione nel MUMA (Museo della Maiolica, Laterza – TA)

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Merletto Caprai, in esposizione nel MUMA (Museo della Maiolica, Laterza – TA)

Per la scelta dei colori ho deciso di accostare ai colori basici del bianco, del grigio, del nero e del beige il rosso sangria, che come ho già detto è tipico della cultura spagnola; il verde, il violetto e il giallo ocra (che decoravano le mattonelle del quartiere di “El cabanyal”); e il blu e il rosa, che molto ricorrevano nei tradizionali abiti de le “Fallere”. Per quanto riguarda i tessuti invece ho optato per l’utilizzo di fibre naturali come il cotone, la lana e la seta, o tessuti artificiali che rimandano comunque a questi per via della loro mano e per le loro caratteristiche, di diversi tipi e pesi. Il tutto impreziosito da applicazioni di pizzo, di pelliccia sintetica e di ricami in stile floreale.

Per sviluppare la collezione sono partito, come sempre, da un Moodboard a tema a cui ho aggiunto anche alcune visioni paesaggistiche della mia terra che mi hanno ispirato sopratutto in termini di colori e tonalità.

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Moodboard © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Top in cotone con fiori ricamati sul retro e Pantaloni in flanella di lana © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Camicia in flanella di lana, Top in cotone rasato lucido e Pantaloni in denim stretch con banda laterale di velluto © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Giacca in crepe di lana con collo bordato in velluto, Camicia in crepe di seta e Pantaloni in flanella di lana con banda laterale in velluto © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Abito in raso con volant in velluto © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Blusa in cotone rasato lucido con volant in velluto e Gonna in panno di lana © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Blusa in cotone rasato lucido e Pantalone in raso © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Pellicciotto sintetico e Pantalone in denim con applicazioni di pizzo macramè © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Abito in crepe con applicazioni all’altezza del gomito di pizzo valencienne e nastro di velluto © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Abito in panno di lana con applicazioni di nastro di velluto © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Giacca in crepe di lana, Blusa in raso e Gonna in tessuto jacquard con fiori ricamati © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Bolerino in tessuto jacquard con fiori ricamati e Abito in duchesse di seta © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Top bustier in duchesse di seta, Scialle in lana con pon-pon di pelliccia sintetica e Pantaloni in crepe © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Abito in crepe con fiori ricamati © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Camicia in crepe di seta con fiori ricamati e Gonna in maglia © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Top in pizzo macramè e Gonna in duchesse di seta © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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Cappotto in panno di lana con inserti di pelliccia sintetica e Abito in duchesse di seta © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Buona visione

Leo!

My Mother’s Dress

Contemporaneamente all’abito da Sposa di mia sorella mi sono occupato di curare l’immagine della Mamma della sposa, ovvero mia Mamma. Se per mia sorella il mio ruolo è stato di grande responsabilità, per mia mamma oserei direi di maggiore difficoltà. Trattandosi di una donna con delle idee di stile molto chiare (ho come ho detto altre volte preso da lei queste mie doti), e quindi competente in materia, non poteva essere altrimenti.

L’idea di partenza, comune a tutti e due, è stata quella di optare per un abito sobrio, elegante, e quindi discreto. La Mamma della sposa non deve mai eccedere e rubare la scena ai protagonisti dell’evento. La scelta del colore è stata quindi fondamentale, un colore molto raffinato, seppur chiaro e luminoso, il celeste polvere, che ben si accosta all’incarnato chiaro di mia madre e al suo colore di capelli.

L’abito in shantung di seta è stato poi arricchito con dei ramage di pizzo rebrodè, blu notte, in contrasto quindi con il celeste polvere del fondo. L’uso dei ramage di pizzo creano una piccola assonanza con l’abito da sposa di mia sorella, mentre il contrasto di colore è stato voluto da me per sottolineare il tratto del mio stile, fatto appunto spesso di questi contrasti.

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Tessuti utilizzati: Shantung di seta, celeste polvere, e Pizzo Rebrodè, blu notte.

L’ Abito è un tubino corto, privo di tagli eccessivamente modellanti, con solo il punto vita segnato da un cinturino. Nascosto dal decoro del pizzo nella parte anteriore e lasciato a vista nella parte posteriore. La scollatura sul seno, moderata e a “V”, è rifinita con la parte dell’orlatura sfilacciata del pizzo, così come il giro manica, leggermente sceso per coprire le spalle, e la chiusura a goccia nel dietro dell’abito.

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

L’ Abito è stato confezionato dal laboratorio Prime Cerimonia, facente parte di Palazzo Sartoriale, una bella realtà che ha sede a Martina Franca (Ta), distretto famoso per la confezione sartoriale.

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Dettagli di Pizzo Rebrodè.

L’outfit è stato completato da un soprabito, dello stesso tessuto, con chiusura a gancio rifinita con dei ritagli di pizzo rebrodè e dei brillantini, tone sur tone, per creare dei piccoli punti luce.

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Per mio padre, me, e mia madre gli abiti sono stati confezionati da Palazzo Sartoriale, Martina Franca (TA).  Per mia sorella, l’abito è stato confezionato dall’ Atelier di Maria Rosaria Pastore, Ginosa (TA). © Photo credit: Enzo Recchia Ph

Con questo post chiudo l’argomento del Matrimonio di mia sorella, sottolineando ancora una volta quanto è stato per me emozionante e gratificante curare l’immagine di due donne molto importanti per me, per la mia vita e per la mia formazione stilistica.

A presto!

Leo

 

L’Abito da Sposa di mia sorella Elisa, una grande Responsabilità e un’immensa Emozione!

Vi avevo dato tempo fa appuntamento a questo post ma non ho mai iniziato a scriverlo, sia perchè non avevo ancora reperito tutte le foto, sia perchè doveva arrivare il giusto momento emotivo per poterlo scrivere. Volevo prendermi tempo per non scrivere qualcosa di freddo, veloce e banale, ed ecco che quel momento è arrivato. Complice inoltre anche l’aria natalizia che rende tutti un pò più nostalgici ed emotivamente coinvolti. Non che ce n’era di bisogno, di per se questo avvenimento è stato per me qualcosa di emotivamente molto forte.

Dal momento in cui mia sorella ha annunciato la data delle nozze io ho sempre sperato che mi chiedesse di disegnarle l’abito, e il tutto è nato in maniera abbastanza spontanea. Nella nostra famiglia siamo abituati spesso ad optare per l’abbigliamento sartoriale per le grandi occasioni. Mia madre fin da quando eravamo piccolini confezionava abiti per noi, nonostante non era il suo lavoro, così come in età avanzata c’è stato il culto dell’abito personalizzato. Lei di fatti mi ha tramandato questa grande passione e sono io ora che mi occupo di consigli di stile nella mia famiglia. Ma tornando a mia sorella, lei ha sempre chiesto consiglio a me per quanto riguarda l’abbigliamento, quindi non poteva non essere altrimenti, ecco perchè dico che la cosa è venuta da sè. Ho detto prima che speravo sì che me lo chiedesse, ma in cuor mio sapevo anche che la responsabilità sarebbe stata tanta. Del resto un abito da sposa non è qualcosa di semplice da realizzare. E’ quell’abito che devi indossare una sola volta nella vita, e che devi ricordare per sempre, deve parlare di te a tutti gli effetti e deve essere appropriato per chi lo indossa. Un abito non semplice per tutte da portare, e non semplice da disegnare. Ovviamente io conosco molto bene mia sorella, conosco le sue insicurezze, e i suoi punti di forza e sono stati questi i punti da cui partire, per poter poi trasferirli sull’abito. L’ispirazione poi è venuta da se, ovviamente concorde con la volontà di mia sorella, quella di un abito che ti faccia sembrare un pò principessa, un pò quello che tutte le donne sognano di essere il giorno del loro matrimonio. Puoi essere rock, dolce, tenace, incazzata, il giorno del matrimonio chiunque vuole sentirsi una Principessa, almeno per un giorno. Partendo dall’abito di Kate Middelton, che ultimamente ha dettato non poca tendenza in questo campo, per quanto riguarda l’impostazione generale dell’abito, quindi corpino con scollo a cuore, e gonnellone ampio con strascico, pensando anche un pò all’abito azzurro di Elsa di Frozen, per quanto riguarda la ricchezza di punti luce che ha nel corpino. Mixando questi due elementi predominanti il risultato è un abito molto semplice nella sua vestibilità, ma estremamente ricco e prezioso per i dettagli decorativi, adatto quindi alla semplicità ma anche alla raffinatezza di chi l’ha indossato. Il tessuto è un cadì di seta, color bianco naturale, a cui sono stati sovrapposti e ricamati dei rintagli di pizzo rebrodè nel corpino, con terminali stile ramage sulla parte alta del gonnellone. La scollatura è delicata sul seno ed è accompagnata da un giro manica leggermente sceso, il giusto per coprire le spalle, ma diventa più ampia nella schiena. La parte in pizzo è resa ancor più preziosa e luminosa da cristalli di rocca, tutti ricamati a mano da chi l’abito l’ha confezionato, la Signora Maria Rosaria Pastore. Nel suo Atelier (con sede a Ginosa, in provincia di Taranto) infatti ci siamo rivolti per via della conosciuta maestria nella confezione degli abiti da sposa e per la qualità dei tessuti proposti. Bisogna ringraziare soprattutto lei se il risultato dell’abito è stato quello che è stato, oltre al fatto di essere una donna molto dolce è soprattutto molto preparata e dispensatrice di ottimi consigli tecnici e di stile. Se avete intenzione di sposarvi ve la consiglio vivamente, saprà aiutarvi sicuramente.

Il risultato è stato quindi quello sperato, anche e soprattutto, per il fatto che era come mia sorella lo desiderava, e credetemi la prima prova è stata qualcosa che non dimenticherò mai, e ancor di più il giorno del matrimonio era bellissima. Non lo dico solo perchè ci unisce un legame di sangue profondo ma perchè obiettivamente lo era, così come vedrete nelle foto.

Disegnare questo abito è stato per me una sfida, ma anche un’emozione, la giusta ricompensa che merita il nostro rapporto da sempre fatto di complicità e supporto. Questo rappresenta questo abito: complicità e tanto amore.

Con affetto…Leo!

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Inizio del bozzetto

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Focus su pizzo rebrodé e cristalli di rocca

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Io con mia sorella Elisa

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

 

 

Abiti su Misura – Cerimonia (focus Pizzi Gioiello)

In Puglia, si sa, si dedica molta attenzione alla festa di matrimonio e il ricevimento è vissuto come un vero e proprio culto. Un evento in cui l’essere unici diventa qualcosa di assoluta importanza. E non dico questo utilizzando un accezione negativa (vi ho spiegato infatti in un precedente articolo come la penso sull’unicità degli abiti), ma anzi è secondo me l’occasione più giusta per optare alla realizzazione del “su misura”.

Il bello dell’abito personalizzato (per usare un sinonimo) è il frutto di un mix di elementi. Partendo dall’input, e quindi il desiderio, della cliente, passando dalla mente creativa del/lla stilista, per concludere alla lavorazione sapiente del/lla sarto/a, il risultato è un prodotto di assoluto valore, idoneo quindi da sfoggiare in un evento importante come è quello del ricevimento del matrimonio. Ecco perchè nonostante io mi occupo, e sono specializzato, sopratutto di moda prêt-à-porter amo quando mi capita di realizzare capi del genere per diversi motivi. Su tutti il rapporto di assoluta vicinanza che si crea con la cliente, il riuscire a realizzare uno specifico desiderio ti appaga infatti in maniera ancor più concreta. E poi perchè ti circondi di tessuti e accessori, utili alla confezione, di una pregiatezza unica che diversamente, nella realizzazione di un abito pratico e quotidiano, non ti trovi ad utilizzare.

In queste ultime stagioni per la cerimonia il protagonista assoluto è stato il pizzo, e tutt’ora la tendenza permane. I classici Chantilly, Rebrodè Macramè si sono arricchiti via via di pietre, perline, pailettes e fili laminati, diventando così dei veri e propri tessuti gioiello, aumentando ancora di più il valore, di per se già alto, dei tessuti di pizzo.

Quelli che vi vado a mostrare sono due abiti in cui il dettaglio dominante è proprio l’utilizzo di questi tipi di tessuto.

Il primo è un abito per una giovane donna di cui il pizzo utilizzato è sì romantico e raffinato ma sopratutto fresco e contemporaneo idoneo a l’immagine di chi l’abito l’ha indossato. Il pizzo laminé utilizzato non è infatti tra quelli che si possono definire classici ma ne è appunto un’evoluzione. Si tratta di una rete, in filato di lurex, su cui sono applicati fiorellini, e foglie, di diverse dimensioni che rompono l’impostazione a sequenza tipica dei pizzi.

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Tessuti utilizzati per l’abito: Duchesse di seta nera e Pizzo laminé

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Focus tessuti

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Il secondo è l’abito per una signora, la mamma di una sposa, che non vuole dare di se l’immagine troppo prototipata della “classica mamma della sposa” ma quella di una donna semplice ma allo stesso tempo molto elegante. Pantaloni palazzo, per slanciarne la figura; top morbido, per non fasciare molto la silhouette, con scollatura, a cuore sul seno e a punta sulla schiena, impreziosita dal pizzo gioiello; spolverino con manica a tre quarti, con applicazioni in pizzo, per completare la mise. Data l’importanza del ruolo sono stati scelti dei tessuti molto pregiati: cadì in seta e pizzo rebrodè con ricamo di pietre e perline.

Abito Mena

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

A presto…..Leo!