Month: dicembre 2017

New Year’s “Violet Dress”

Il Violetto, decretato da mesi ormai come il colore di tendenza del 2018, si appresta ad essere protagonista, in tutte le sue varie intensità e sfumature, dell’anno che verrà. «Fantasioso e creativo, illumina la strada a venire». Così Pantone ha parlato di questo colore, né troppo chiaro né troppo scuro, ma decisamente molto sexy. Un colore questo che riesce ad essere versatile e a star bene a chiunque donna lo indossi. Indicato per gli incarnati chiari, quelli scuri, per le bionde, le more, ma sopratutto le rosse. Ben si presta quindi ad andare d’accordo con l’altra tendenza del momento, per quanto riguarda l’ hair style, e cioè il color rosso dei capelli denominato Ginger, che grazie sopratutto ad Emma Stone ha preso il sopravvento in quest’ultimo periodo.

Scegliere un abito in questa nuance vi farà apparire quindi decisamente molto glamour, dovrete però essere pronte a sfidare quello che è il luogo comune più blasonato per quanto riguarda questo colore, e cioè “che porti sfortuna”, e pensare invece a quello che è in realtà, un colore molto sensuale ed intenso e che sta bene a tutte, sia in versione total che usato come flash di colore.

Per la mia proposta dell’ Outfit di Inizio Anno sono partito da questo input e mi sono ispirato ad alcuni elementi dell’ estetica di Giorgio Armani (che come sapete è il mio più grande punto di riferimento in fatto di moda) la Libertà e Delicatezza. Elementi che ho riscontrato anche nel personaggio del Film Disney “La Sirenetta”, nota con il nome di Ariel, che ben incarna questo messaggio, e da cui ho tratto ulteriore ispirazione. Ho pensato infatti ad un connubio tra questo personaggio inventato ed un modo di vestire libero da forzature e costrizioni, e delicato, nell’uso sapiente dei colori, dei tessuti e delle applicazioni, riconducibile allo stile di Giorgio Armani.

Estetica Armani

Mood © Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Ho creato quindi la mia proposta di outfit pensando proprio a questo, ad una Sirena Contemporanea che ama essere femminile, e glamour, senza però fasciarsi e mostrarsi in maniera eccessiva. Da qui il risultato di un abito in morbido chiffon di seta, color violetto, delicatamente glitterato. Un abito che, seppur trasparente, con scollatura sul seno e spacco laterale sulla coscia, per esaltare la femminilità di chi lo indossa, non risulta essere volgare ed eccessivamente provocante. La mise è impreziosita inoltre da punti luce in cristallo, ton sur ton, che vanno a decorare le maniche in volant di seta, e pietre color verde smeraldo che compongono la spilla che chiude l’abito in vita e i sandali gioiello.

D'Anzi Leonardo - L' Estetica di Giorgio Armani Figurino

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Colgo l’occasione con questo post di augurarvi un felice 2018, che sono sicuro riserverà tantissime sorprese e buone notizie a tutti quanti Noi.

A presto…Leo!

My Mother’s Dress

Contemporaneamente all’abito da Sposa di mia sorella mi sono occupato di curare l’immagine della Mamma della sposa, ovvero mia Mamma. Se per mia sorella il mio ruolo è stato di grande responsabilità, per mia mamma oserei direi di maggiore difficoltà. Trattandosi di una donna con delle idee di stile molto chiare (ho come ho detto altre volte preso da lei queste mie doti), e quindi competente in materia, non poteva essere altrimenti.

L’idea di partenza, comune a tutti e due, è stata quella di optare per un abito sobrio, elegante, e quindi discreto. La Mamma della sposa non deve mai eccedere e rubare la scena ai protagonisti dell’evento. La scelta del colore è stata quindi fondamentale, un colore molto raffinato, seppur chiaro e luminoso, il celeste polvere, che ben si accosta all’incarnato chiaro di mia madre e al suo colore di capelli.

L’abito in shantung di seta è stato poi arricchito con dei ramage di pizzo rebrodè, blu notte, in contrasto quindi con il celeste polvere del fondo. L’uso dei ramage di pizzo creano una piccola assonanza con l’abito da sposa di mia sorella, mentre il contrasto di colore è stato voluto da me per sottolineare il tratto del mio stile, fatto appunto spesso di questi contrasti.

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Tessuti utilizzati: Shantung di seta, celeste polvere, e Pizzo Rebrodè, blu notte.

L’ Abito è un tubino corto, privo di tagli eccessivamente modellanti, con solo il punto vita segnato da un cinturino. Nascosto dal decoro del pizzo nella parte anteriore e lasciato a vista nella parte posteriore. La scollatura sul seno, moderata e a “V”, è rifinita con la parte dell’orlatura sfilacciata del pizzo, così come il giro manica, leggermente sceso per coprire le spalle, e la chiusura a goccia nel dietro dell’abito.

MAMMA+LOGO

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

L’ Abito è stato confezionato dal laboratorio Prime Cerimonia, facente parte di Palazzo Sartoriale, una bella realtà che ha sede a Martina Franca (Ta), distretto famoso per la confezione sartoriale.

DRESS

Dettagli di Pizzo Rebrodè.

L’outfit è stato completato da un soprabito, dello stesso tessuto, con chiusura a gancio rifinita con dei ritagli di pizzo rebrodè e dei brillantini, tone sur tone, per creare dei piccoli punti luce.

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Per mio padre, me, e mia madre gli abiti sono stati confezionati da Palazzo Sartoriale, Martina Franca (TA).  Per mia sorella, l’abito è stato confezionato dall’ Atelier di Maria Rosaria Pastore, Ginosa (TA). © Photo credit: Enzo Recchia Ph

Con questo post chiudo l’argomento del Matrimonio di mia sorella, sottolineando ancora una volta quanto è stato per me emozionante e gratificante curare l’immagine di due donne molto importanti per me, per la mia vita e per la mia formazione stilistica.

A presto!

Leo

 

L’Abito da Sposa di mia sorella Elisa, una grande Responsabilità e un’immensa Emozione!

Vi avevo dato tempo fa appuntamento a questo post ma non ho mai iniziato a scriverlo, sia perchè non avevo ancora reperito tutte le foto, sia perchè doveva arrivare il giusto momento emotivo per poterlo scrivere. Volevo prendermi tempo per non scrivere qualcosa di freddo, veloce e banale, ed ecco che quel momento è arrivato. Complice inoltre anche l’aria natalizia che rende tutti un pò più nostalgici ed emotivamente coinvolti. Non che ce n’era di bisogno, di per se questo avvenimento è stato per me qualcosa di emotivamente molto forte.

Dal momento in cui mia sorella ha annunciato la data delle nozze io ho sempre sperato che mi chiedesse di disegnarle l’abito, e il tutto è nato in maniera abbastanza spontanea. Nella nostra famiglia siamo abituati spesso ad optare per l’abbigliamento sartoriale per le grandi occasioni. Mia madre fin da quando eravamo piccolini confezionava abiti per noi, nonostante non era il suo lavoro, così come in età avanzata c’è stato il culto dell’abito personalizzato. Lei di fatti mi ha tramandato questa grande passione e sono io ora che mi occupo di consigli di stile nella mia famiglia. Ma tornando a mia sorella, lei ha sempre chiesto consiglio a me per quanto riguarda l’abbigliamento, quindi non poteva non essere altrimenti, ecco perchè dico che la cosa è venuta da sè. Ho detto prima che speravo sì che me lo chiedesse, ma in cuor mio sapevo anche che la responsabilità sarebbe stata tanta. Del resto un abito da sposa non è qualcosa di semplice da realizzare. E’ quell’abito che devi indossare una sola volta nella vita, e che devi ricordare per sempre, deve parlare di te a tutti gli effetti e deve essere appropriato per chi lo indossa. Un abito non semplice per tutte da portare, e non semplice da disegnare. Ovviamente io conosco molto bene mia sorella, conosco le sue insicurezze, e i suoi punti di forza e sono stati questi i punti da cui partire, per poter poi trasferirli sull’abito. L’ispirazione poi è venuta da se, ovviamente concorde con la volontà di mia sorella, quella di un abito che ti faccia sembrare un pò principessa, un pò quello che tutte le donne sognano di essere il giorno del loro matrimonio. Puoi essere rock, dolce, tenace, incazzata, il giorno del matrimonio chiunque vuole sentirsi una Principessa, almeno per un giorno. Partendo dall’abito di Kate Middelton, che ultimamente ha dettato non poca tendenza in questo campo, per quanto riguarda l’impostazione generale dell’abito, quindi corpino con scollo a cuore, e gonnellone ampio con strascico, pensando anche un pò all’abito azzurro di Elsa di Frozen, per quanto riguarda la ricchezza di punti luce che ha nel corpino. Mixando questi due elementi predominanti il risultato è un abito molto semplice nella sua vestibilità, ma estremamente ricco e prezioso per i dettagli decorativi, adatto quindi alla semplicità ma anche alla raffinatezza di chi l’ha indossato. Il tessuto è un cadì di seta, color bianco naturale, a cui sono stati sovrapposti e ricamati dei rintagli di pizzo rebrodè nel corpino, con terminali stile ramage sulla parte alta del gonnellone. La scollatura è delicata sul seno ed è accompagnata da un giro manica leggermente sceso, il giusto per coprire le spalle, ma diventa più ampia nella schiena. La parte in pizzo è resa ancor più preziosa e luminosa da cristalli di rocca, tutti ricamati a mano da chi l’abito l’ha confezionato, la Signora Maria Rosaria Pastore. Nel suo Atelier (con sede a Ginosa, in provincia di Taranto) infatti ci siamo rivolti per via della conosciuta maestria nella confezione degli abiti da sposa e per la qualità dei tessuti proposti. Bisogna ringraziare soprattutto lei se il risultato dell’abito è stato quello che è stato, oltre al fatto di essere una donna molto dolce è soprattutto molto preparata e dispensatrice di ottimi consigli tecnici e di stile. Se avete intenzione di sposarvi ve la consiglio vivamente, saprà aiutarvi sicuramente.

Il risultato è stato quindi quello sperato, anche e soprattutto, per il fatto che era come mia sorella lo desiderava, e credetemi la prima prova è stata qualcosa che non dimenticherò mai, e ancor di più il giorno del matrimonio era bellissima. Non lo dico solo perchè ci unisce un legame di sangue profondo ma perchè obiettivamente lo era, così come vedrete nelle foto.

Disegnare questo abito è stato per me una sfida, ma anche un’emozione, la giusta ricompensa che merita il nostro rapporto da sempre fatto di complicità e supporto. Questo rappresenta questo abito: complicità e tanto amore.

Con affetto…Leo!

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Inizio del bozzetto

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Focus su pizzo rebrodé e cristalli di rocca

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

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Io con mia sorella Elisa

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© Photo credit: Enzo Recchia Ph

 

 

Abiti su Misura – Cerimonia (focus Pizzi Gioiello)

In Puglia, si sa, si dedica molta attenzione alla festa di matrimonio e il ricevimento è vissuto come un vero e proprio culto. Un evento in cui l’essere unici diventa qualcosa di assoluta importanza. E non dico questo utilizzando un accezione negativa (vi ho spiegato infatti in un precedente articolo come la penso sull’unicità degli abiti), ma anzi è secondo me l’occasione più giusta per optare alla realizzazione del “su misura”.

Il bello dell’abito personalizzato (per usare un sinonimo) è il frutto di un mix di elementi. Partendo dall’input, e quindi il desiderio, della cliente, passando dalla mente creativa del/lla stilista, per concludere alla lavorazione sapiente del/lla sarto/a, il risultato è un prodotto di assoluto valore, idoneo quindi da sfoggiare in un evento importante come è quello del ricevimento del matrimonio. Ecco perchè nonostante io mi occupo, e sono specializzato, sopratutto di moda prêt-à-porter amo quando mi capita di realizzare capi del genere per diversi motivi. Su tutti il rapporto di assoluta vicinanza che si crea con la cliente, il riuscire a realizzare uno specifico desiderio ti appaga infatti in maniera ancor più concreta. E poi perchè ti circondi di tessuti e accessori, utili alla confezione, di una pregiatezza unica che diversamente, nella realizzazione di un abito pratico e quotidiano, non ti trovi ad utilizzare.

In queste ultime stagioni per la cerimonia il protagonista assoluto è stato il pizzo, e tutt’ora la tendenza permane. I classici Chantilly, Rebrodè Macramè si sono arricchiti via via di pietre, perline, pailettes e fili laminati, diventando così dei veri e propri tessuti gioiello, aumentando ancora di più il valore, di per se già alto, dei tessuti di pizzo.

Quelli che vi vado a mostrare sono due abiti in cui il dettaglio dominante è proprio l’utilizzo di questi tipi di tessuto.

Il primo è un abito per una giovane donna di cui il pizzo utilizzato è sì romantico e raffinato ma sopratutto fresco e contemporaneo idoneo a l’immagine di chi l’abito l’ha indossato. Il pizzo laminé utilizzato non è infatti tra quelli che si possono definire classici ma ne è appunto un’evoluzione. Si tratta di una rete, in filato di lurex, su cui sono applicati fiorellini, e foglie, di diverse dimensioni che rompono l’impostazione a sequenza tipica dei pizzi.

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Tessuti utilizzati per l’abito: Duchesse di seta nera e Pizzo laminé

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Focus tessuti

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© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

Il secondo è l’abito per una signora, la mamma di una sposa, che non vuole dare di se l’immagine troppo prototipata della “classica mamma della sposa” ma quella di una donna semplice ma allo stesso tempo molto elegante. Pantaloni palazzo, per slanciarne la figura; top morbido, per non fasciare molto la silhouette, con scollatura, a cuore sul seno e a punta sulla schiena, impreziosita dal pizzo gioiello; spolverino con manica a tre quarti, con applicazioni in pizzo, per completare la mise. Data l’importanza del ruolo sono stati scelti dei tessuti molto pregiati: cadì in seta e pizzo rebrodè con ricamo di pietre e perline.

Abito Mena

© Leonardo D’Anzi Fashion Designer

A presto…..Leo!